L’altro è sempre qualcosa (o qualcuno) che riflette la tua condizione o il tuo stato…
Se nell’altro tu vedi qualcosa che ti fa arrabbiare soffrire deprimere, allora l’altro è una chiamata a liberarti …
Se nell’altro vedi bellezza, felicitá, amore, allora questo ti da la dimensione della tua libertá, felicitá risveglio …
Conoscere l’altro come il divino ti rende libero.
Di fronte alle scelte della vita si puó cercare di esercitare un controllo (es. ho dolore, prendo una pastiglia), ció nasce dalla paura, è alimentato dalla paura.
L’altra strada è la via del dialogo, quindi si puó scegliere come relazionarsi all’evento, che è il divino.
Quindi o tenti di esercitare il potere (controllo) o la strada dell’amore e del dialogo.
E’ una scelta. Se vai in automatico sei spinto a scegliere il controllo/potere.
Noi viviamo nella civiltá del potere.
Peró se prendi le distanze dal mondo, ti rendi conto che nell’evento c’è il divino, quindi inizi a dialogarci. Per prima cosa devi accoglierlo senza giudicarlo.
“Beati i poveri di spirito” sono coloro che non giudicano l’evento.
Dare un nome all’evento è giá giudicarlo.
Quindi respira, vivi la sensazione, vivila prima di giudicarla. Se non la etichetti e la respiri allora la accogli e ti arrendi ad essa.
Ti dai all’evento, lo accogli e lo respiri, immediatamente il Dio ti si da.
Ci vuole coraggio, presenza, attenzione cosciente.
Questa attenzione cosciente ti permette di non giudicare, hai il cuore puro.
Sei povero di spirito. E questo ti permette di avere coraggio e arrenderti all’evento.
Allora l’universo ti si offre e cosí inizi a dialogare col divino e non con la mente. Chiedi perché sei qui?
Il divino ti risponderá con altri eventi, che ti si manifesteranno. Continua a dialogare …
Aiutami a vedere ció che non sto vedendo… e l’universo ti risponderá.
Brano tratto dalla diretta di Selene Calloni Williams
La relazione con l’anima gemella non è sempre rosa e fiori, è quell’amore pazzesco che non ti fa pensare ad altro.
Ti spinge ad evolvere, quindi spesso è tormentosa.
Osserva la tua situazione di coppia, la tua situazione affettiva.
Contempla la scena e di: “voglio essere all’altezza del mio mito, di questa storia, di questa narrazione, cosí come sono” non dire altro. Fallo per 2 o 3 volte al giorno per un minuto almeno.
Accade cosí una magia, perché si accende un ricordo, quello del pensiero poetico. Per deprogrammare la psiche è necessaria la costanza.
Realizzare il tuo destino è possibile.
Tu hai un potere creativo, narrare qualcosa non è descrivere una realtá data, ma è portare in essere qualcosa. Non esiste una realtá oggettiva. Descrivere qualcosa è portare in essere. Il mito ha un potere creativo, questo va tenuto presente sempre.
Oggi si sentono sempre narrazioni funeste. Perché sono narrazioni razionali.
La narrazione squilibrata e patricentrica è sempre caratterizzata dal bene e dal male. Ci sono sempre i buoni e i cattivi. La mente poetica non fa mai tale distinzione.
L’unico nemico della mente poetica è il luogo comune, come ad esempio il fatto che si debba avere una relazione d’amore di un certo tipo, considerando questo un bene e il resto male.
Ogni luogo comune va distrutto per raggiungere una mente poetica. Non esiste il bene o il male.
Oggi vi sono moltissime narrazioni fatte con la mente razionale, dove vi è il buono o il cattivo.
Si sente persino di narrazioni per cui ci sarebbe qualcuno che vuole distruggere l’umanitá.
Si va verso l’etica abbracciando l’estetica.
La bellezza salverá il mondo, perché la bellezza è quando riuscirai ad andare al di lá del bene e del male, quindi della morale.
L’amore vero è andare al di lá di tutte le definizioni di giusto o sbagliato. E’ forza ed energia che ti viene dal tuo ideale. E’ la missione della tua anima, è l’amore verso un ideale.
L’amore vero puó essere verso un uomo o donna, ma puó realizzarsi anche in altro. Non si puó dire che una cosa sia buona e vera e l’altra male. Realizzare l’amore vero nell’arte o in quello che incarna il proprio ideale è al di la del bene/male, giusto/sbagliato, vero/falso. E’ il darsi l’offrirsi che permette il raggiungimento di ció.
Gli umani non sanno cosa sia la natura.
La natura è il simbolo della nostra capacitá di amore vero, di darci di offrirci, di compiere il sacro (sacrum facere).
La natura è li sacro, è bellezza, perché è la manifestazione del sacro. Essa si manifesta come bellezza. E’ il simbolo del vero amore. Il nostro ideale è difendere, proteggere e sostenere la natura, perché questo è l’amore. La natura è la nostra rappresentazione di darci e di amare.
Il tuo corpo quando muori diventa natura. Perché tu diventi terra, quindi alberi, quindi cibo per animali. Quando muori la terra torna alla terra, l’acqua torna all’acqua, il fuoco al fuoco.
La mente non vuole essere consapevole di questo e il mentale puó distruggere la natura per distruggere il sacro per affermare l’io, l’ego.
Questo è il principio del dolore e della sofferenza.
Se il nostro ideale è darci alla natura e offrirci ad essa, noi dobbiamo essere capaci di leggere qualsiasi evento in questa chiave. Cosa sta succedendo?
Non rimandare, la morte è il momento in cui il tuo destino si compie, il darsi, il sacrum facere, l’offrirsi.
Se hai passato la vita nella paura, capirai che la morte ti asfalta, ma se tu hai compreso in vita il tuo ideale (che è il darti, l’offrirti), allora la morte ha il volto dell’amore, che ti traghetta nel Nirvana, che significa estinzione, ma è allo stesso tempo liberta. E’ cio che il Buddah ci ha indicato.
Il vero amore è sempre l’amore per il tuo ideale, che è la missione della tua anima, vivere per il tuo ideale è vivere per il tuo daimon (ideale). L’ideale dell’uomo è la natura, che rappresenta il sacro.
Si deve comprendere il mito, chiedersi e osservare ció che sta succedendo e mettersi al servizio, riconquistare il potere del denaro per rimetterlo nelle mani della madre è un modo per mettersi al servizio.
Brano tratto dalla diretta del 18 marzo 2021 di Selene Calloni Williams
Prima dell’invenzione della scrittura l’uomo aveva una memoria strepitosa. Oggi noi non ne abbiamo.
Molte tribu’, un tempo, conoscevano i nomi dei loro avi a memoria fino a 250 generazioni prima. Questo ci dovrebbe far pensare…
Cosa ci è accaduto?
Agli individui della nostra civiltá manca sempre un bene prezioso, il tempo.
Molte tribu’ odierne, volutamente, hanno disimparato a leggere e scrivere per conservare la memoria e ora ricordano molto piú di noi, uomini civilizzati.
La capacitá di dedicarsi interamente a qualcosa è una capacitá che oggi l’umanitá purtroppo non ha piú.
Dovremmo lottare per avere piú concentrazione e dedizione.
L’ideale è un dio, è la missione della nostra anima.
Chi percepisce il proprio ideale finisce per avere piú energia, essere piú sano e rimanere giovane piú a lungo.
L’ideale è un dio, una dea e ci aiuta a stare meglio e avere piú energia.
Dedicarsi fa rima con amarsi, per dedicarci al nostro ideale dobbiamo amare profondamente la nostra natura, ció che noi siamo.
Se c’è qualcosa che è e che rimane sempre misterioso alla nostra mente è ció che noi siamo davvero e senza la vera conoscenza di chi siamo realmente, diviene poi difficile per noi divenire ció che siamo realmente e, dunque, realizzare il nostro obiettivo su questo pianeta.
Non possiamo conoscere la nostra vera natura con la mente razionale, per farlo dobbiamo imparare ad andare oltre la mente. Riuscire ad ampliare la consapevolezza al di la’ dei limiti della mente pensante.
Il pensiero logico e la ragione sono una cosa, poi vi è la mente poetica, essa ha la capacitá di un pensiero mitico, che è il pensiero dell’uomo primitivo. La mente poetica ci consente di comprendere (prendere con), dunque abbracciare ció che siamo.
Conoscere il nostro ideale significa avere fede in noi stessi e in quello che siamo venuti a fare e amarci.
Si puó agire a cuore aperto affidandosi, avendo fede in ció che sta per accadere.
La differenza tra il diffidare e il confidare è enorme.
La fede esiste quando non ci sono credenze, qualora ci siano credenze, non c’è fede!
Se vi è una credenza inconscia, innata, di non farcela, siamo sicuri che non riusciremo.
Vivendo con fede ci si rende conto che la vita è mito. Solo avendo fede si percepisce il mito. Vedere il mito è riscatto e liberazione, dunque vedere e riconoscere il proprio mito è fondamentale.
Quando lo si riconosce significa che si è usciti dal proprio io, dalla propria mente. Dunque vedere il mito, che si sta mettendo in atto nella propria vita permette di uscire dal mito stesso.
Il mito è universale, trascende l’io, è una faccenda di dei, dee, i cosiddetti archetipi per gli psicanalisti.
Elevandosi all’Olimpo, si torna in illo tempore, nel tempo degli dei, delle origini.
Questo processo non puó essere fatto con la mente ordinaria. Questo processo ti risolve.
Ti trasferisci da una dimensione individuale, personale, in cui sei vittima (la Caverna di Platone), a una in cui sei divino; quando vedi il mito che stai mettendo in scena esci dal tuo io e riesci a vedere le cose da una prospettiva divina, degli dei e cosí divieni libero.
Dandosi si raggiunge il desiderato, avendo fede nel proprio ideale. Se tu ti dai totalmente, l’universo si da totalmente a te.
L’ideale è fede, quindi devi vivere ogni momento della tua vita con fede e amore, perché sei un mago e cosí le cose vengono a te, perché l’universo ti si da’ incessantemente.
Ora alzati, crea un obiettivo e dedicatici con impeccabile fede e vedrai che il risultato verrá a te e non esiste l’obiettivo impossibile.
Prova a fare una piccola cosa impossibile per la tua mente, attraverso la fede.
Poi credici e goditi il risultato.
Brano tratto dalla diretta del 17 marzo 2021 di Selene Calloni Williams
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